L’Herpes Virosi Cutanea Felina: Aspetti clinici e terapeutici

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Le dermatosi virali cutanee nei gatti rimangono spesso sotto-diagnosticate, non solo per la loro relativa rarità ma anche per la complessità intrinseca nell’identificazione precisa dell’agente causale.

Introduzione

Tra queste affezioni, l’infezione da herpes virus felino di tipo 1 (FHV-1) occupa un posto predominante in dermatologia felina. Sebbene questa infezione sia principalmente conosciuta per le sue manifestazioni respiratorie e oculari nel contesto della sindrome della coriza, le sue espressioni dermatologiche meritano un’attenzione particolare. La presente rassegna si propone di analizzare in profondità gli aspetti cutanei dell’infezione da FHV-1, integrando i più recenti progressi sia in campo diagnostico che terapeutico.

Eziologia e Caratteristiche Virologiche

L’herpes virus felino di tipo 1 appartiene al genere Varicellovirus della sottofamiglia degli Alphaherpesvirinae. Questa classificazione lo avvicina filogeneticamente all’herpes virus canino di tipo 1, con il quale condivide numerose caratteristiche biologiche e strutturali. Il virione si distingue per un’architettura complessa comprendente un DNA a doppio filamento protetto da un capside icosaedrico, a sua volta avvolto da un doppio strato glicoproteico-lipidico. Questa struttura sofisticata conferisce al virus proprietà biologiche particolari, in particolare una relativa fragilità nell’ambiente esterno, la sua sopravvivenza limitandosi a circa 18 ore in ambiente umido e risultando ancora più ridotta in condizioni secche.

Questa sensibilità ai fattori ambientali e ai disinfettanti comuni si spiega principalmente con la presenza dell’envelope lipidico, che rende il virus particolarmente vulnerabile agli agenti fisico-chimici. Questa caratteristica, se da un lato facilita la decontaminazione ambientale, dall’altro sottolinea anche l’importanza della trasmissione diretta nella propagazione del virus all’interno delle popolazioni feline.

Patogenesi e Meccanismi dell’Infezione

La patogenesi dell’infezione erpetica cutanea si inserisce in un processo complesso che coinvolge diverse fasi distinte. La contaminazione iniziale avviene classicamente per via respiratoria o oculare, con il virus che mostra un marcato tropismo per gli epiteli mucosi e cutanei. Questa affinità tissutale spiega la localizzazione preferenziale delle lesioni a livello delle giunzioni cutaneo-mucose.

Una caratteristica fondamentale del FHV-1, comune a tutti gli alphaherpesvirus, risiede nella sua capacità di stabilire una latenza nel ganglio trigemino dopo l’infezione primaria. Questa proprietà crea un serbatoio virale permanente, potenziale fonte di successive riattivazioni. La riattivazione virale, elemento chiave nella patogenesi delle manifestazioni cliniche, può avvenire spontaneamente ma è più spesso innescata da diversi fattori di stress ambientali o fisiologici.

Tra questi fattori scatenanti, si ritrovano in particolare le modificazioni ambientali come il trasferimento o l’introduzione in una casa con più gatti, le situazioni fisiologiche stressanti come la gestazione e gli interventi medici, in particolare la chirurgia o la somministrazione di glucocorticoidi. L’identificazione di questi fattori è di capitale importanza per l’attuazione di una strategia terapeutica e preventiva efficace.

Espressione Clinica della Malattia

Manifestazioni Cutanee Primarie

Le manifestazioni dermatologiche dell’infezione da FHV-1 sono caratterizzate principalmente da una dermatite ulcerativa localizzata preferenzialmente a livello delle giunzioni cutaneo-mucose nasali e oftalmiche. Questo interessamento cutaneo può seguire un’infezione respiratoria superiore o manifestarsi contemporaneamente a una congiuntivite o una cheratite erpetica.

L’evoluzione delle lesioni segue una sequenza caratteristica che inizia con la comparsa di vescicole che progrediscono rapidamente verso ulcere. Queste ulcerazioni hanno la particolarità di essere generalmente non dolorose e si ricoprono progressivamente di croste. Il processo cicatriziale può portare alla formazione di aree di alopecia residua. In alcuni casi, le lesioni possono estendersi oltre le classiche aree peri-orifiziali per raggiungere le mucose orali, le estremità podaliche o persino l’addome.

L'Herpes Virosi Cutanea Felina: Aspetti clinici e terapeutici

Foto 1: Herpesvirosi felina sovrainfettata

Manifestazioni Sistemici e Respiratorii

Il quadro clinico è frequentemente accompagnato da manifestazioni sistemiche che includono un marcato abbassamento, ipertermia e anoressia. L’interessamento respiratorio si traduce classicamente in starnuti marcati e una secrezione inizialmente sierosa che evolve verso un aspetto mucopurulento. La congiuntivite, spesso bilaterale, costituisce altresì un segno cardinale dell’infezione.

Forme Cliniche Particolari

Eritema Multiforme Associato all’Herpes

Una forma particolare di eritema multiforme associato all’infezione da FHV-1 è stata documentata nella letteratura scientifica. Questa manifestazione, considerata una reazione immunitaria specifica, si caratterizza per lesioni anulari o policicliche che presentano una distribuzione simmetrica sul viso. L’identificazione di questa forma clinica particolare richiede un approccio diagnostico specifico e una gestione terapeutica adeguata.

Infezioni Croniche e Recidivanti

La potenziale cronicità dell’infezione e il rischio di recidive costituiscono aspetti importanti della malattia. Gli episodi di riattivazione possono essere più o meno gravi e frequenti a seconda degli individui e dei fattori ambientali. La comprensione di questa dinamica di infezione è essenziale per stabilire una strategia terapeutica a lungo termine.

Approccio Diagnostico

Iter Clinico

La diagnosi di herpes virosi cutanea felina si basa su un approccio metodico che associa l’analisi degli elementi clinici ed epidemiologici ai risultati degli esami complementari. Un’anamnesi dettagliata, che cerchi in particolare i recenti fattori di stress e gli antecedenti medici, costituisce il primo passo di questo approccio. L’esame clinico deve essere scrupoloso e sistematico, prestando particolare attenzione ai sistemi respiratorio e oculare, nonché alla caratterizzazione precisa delle lesioni cutanee.

Esami Complementari

Istpatologia

L’esame istopatologico delle lesioni costituisce un pilastro della diagnosi. Le biopsie cutanee rivelano tipicamente una dermatite vescicolare e necrotizzante caratterizzata da iperplasia epidermica associata a zone di necrosi. L’infiltrato infiammatorio presenta una composizione mista con una predominanza di eosinofili. La scoperta di corpi di inclusione intranucleari basofili nell’epitelio di superficie e annessiale rappresenta un elemento diagnostico importante, sebbene non patognomonico.

Tecniche Molecolari e Immunologiche

I recenti progressi nel campo della diagnostica molecolare hanno permesso lo sviluppo di tecniche più specifiche e sensibili. La PCR eseguita su tessuto non fissato offre un’eccellente sensibilità per la rilevazione del genoma virale. Le analisi immunoistochimiche permettono di evidenziare la presenza di antigeni virali nei tessuti lesionali. L’ibridizzazione in situ RNA (RNA-ISH) costituisce un nuovo approccio promettente per la rilevazione del virus nei tessuti.

È importante notare che la ricerca di anticorpi sierici ha scarso interesse diagnostico a causa della possibile interferenza con gli anticorpi vaccinali e quelli derivanti da precedenti infezioni naturali.

Strategia Terapeutica

Trattamento Antivirale

Famciclovir

Il famciclovir rappresenta attualmente l’antivirale di riferimento nel trattamento dell’infezione da FHV-1. La sua somministrazione al dosaggio di 40 a 90 mg/kg due o tre volte al giorno si è rivelata efficace nel controllo delle manifestazioni cliniche. La durata del trattamento deve essere adattata all’evoluzione clinica e può estendersi per diverse settimane. Un monitoraggio della funzione renale è necessario durante il trattamento a causa del potenziale nefrotossico della molecola.

Altre Opzioni

Altre molecole possono essere considerate nella strategia terapeutica. L’azitromicina, somministrata alla dose di 10 mg/kg una volta al giorno per 10 giorni, ha mostrato una certa efficacia. I trattamenti topici, in particolare l’aciclovir in applicazione quotidiana o l’imiquimod usato due o tre giorni consecutivi alla settimana, possono integrare utilmente l’approccio sistemico.

Immunomodulazione

Interferoni

L’uso degli interferoni costituisce un approccio terapeutico complementare interessante. L’interferone omega felino può essere somministrato alla dose di 1,5 MU/kg per via peritoneale e sottocutanea. L’interferone alfa-2a, utilizzato a ragione di 1000 unità per via orale una volta al giorno secondo un ciclo di 21 giorni di trattamento seguiti da 7 giorni di sospensione, rappresenta un’alternativa possibile.

Cure di Supporto

Le cure di supporto sono di particolare importanza nella gestione complessiva. Un’antibioticoterapia sistemica e/o oftalmologica può rivelarsi necessaria per controllare le sovrainfezioni batteriche secondarie. Le cure locali devono essere adattate alla natura e alla localizzazione delle lesioni. È fondamentale sottolineare la controindicazione formale dei corticosteroidi, il cui utilizzo rischierebbe di aggravare l’infezione virale compromettendo le difese immunitarie locali.

Prevenzione e Follow-up

Gestione Ambientale

La prevenzione delle recidive è un aspetto essenziale della gestione a lungo termine. Si basa principalmente sull’identificazione e il controllo dei fattori di stress suscettibili di scatenare una riattivazione virale. L’ottimizzazione delle condizioni di vita e un’igiene ambientale rigorosa sono elementi chiave di questo approccio preventivo.

Sorveglianza Clinica

Il follow-up regolare dei pazienti permette di valutare l’efficacia del trattamento e di adattare la gestione se necessario. La risposta terapeutica si misura sull’evoluzione delle lesioni cutanee, la regressione dei segni clinici associati e il miglioramento dello stato generale. La persistenza o la ricorrenza delle manifestazioni cliniche deve portare a una rivalutazione della strategia terapeutica.

Conclusione

L’herpes virosi cutanea felina rappresenta un’entità clinica complessa la cui gestione richiede un approccio globale e personalizzato. Il riconoscimento delle manifestazioni dermatologiche caratteristiche, associato a un rigoroso approccio diagnostico, consente di instaurare rapidamente un trattamento adeguato. I recenti progressi nella comprensione dei meccanismi patogenetici e lo sviluppo di nuove opzioni terapeutiche contribuiscono a ottimizzare la gestione dei casi clinici. Tuttavia, il carattere potenzialmente cronico dell’infezione e il rischio di recidive sottolineano l’importanza di un follow-up regolare e di una strategia preventiva ben strutturata. Il successo terapeutico si basa sulla combinazione giudiziosa delle diverse modalità di trattamento disponibili e su una gestione appropriata dei fattori ambientali.

Bibliografia

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Ricerche Correlate

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