Il pemfigo foliaceo felino: Parte 1: Patogenesi, epidemiologia e aspetti clinici.

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Il pemfigo foliaceo (PF) si distingue come la forma più frequente di pemfigo osservata nei gatti domestici. È anche la dermatosi autoimmune più comunemente diagnosticata in questa specie. Questa affezione cutanea, pur presentando manifestazioni cliniche e citologiche spesso molto suggestive, richiede comunque una conferma istopatologica per stabilire una diagnosi definitiva.

Nel corso degli anni, la gestione terapeutica del PF felino ha conosciuto un’evoluzione significativa, principalmente grazie a una migliore conoscenza della sua patogenesi e all’emergere di nuove opzioni farmacologiche. Questi progressi hanno permesso di migliorare considerevolmente la prognosi e la qualità di vita dei gatti affetti da questa condizione.

Patogenesi

Il pemfigo rappresenta un insieme complesso di malattie che colpiscono una varietà di specie, includendo non solo l’uomo e il gatto, ma anche il cane, il cavallo e la capra. In tutte queste specie, il meccanismo patogenetico fondamentale si basa su un attacco autoimmune mirato alle connessioni intercellulari tra i cheratinociti dello strato granuloso dell’epidermide. Più precisamente, immunoglobuline specifiche si legano a queste giunzioni cellulari, provocandone la distruzione e causando così la separazione dei cheratinociti. Questo processo, noto come acantolisi, porta al rilascio dei cheratinociti dagli strati epidermici sottostanti.

Una volta liberati, questi cheratinociti subiscono una trasformazione morfologica caratteristica: si arrotondano e assumono un aspetto particolare. Queste cellule, ora chiamate “cheratinociti acantolitici” o “cellule acantolitiche”, si distinguono per il loro citoplasma fortemente colorato e il loro nucleo intatto. È interessante notare che, a differenza dell’uomo e del cane dove sono stati identificati specifici bersagli desmosomiali, il bersaglio esatto di questo attacco autoimmune nel gatto rimane ancora da chiarire. Questa particolarità sottolinea la complessità della patogenesi del PF felino e evidenzia la necessità di proseguire le ricerche in questo campo.

Il processo patologico non si ferma qui. In risposta all’attacco delle molecole di adesione, cellule infiammatorie, principalmente neutrofili, invadono l’epidermide a livello dei siti lesionati. Questa infiltrazione cellulare porta alla formazione di pustole, che sono le lesioni primarie caratteristiche del PF. Queste pustole, sebbene transitorie, giocano un ruolo cruciale nella diagnosi clinica e citologica della malattia.

Epidemiologia

L’epidemiologia del PF felino presenta caratteristiche interessanti. Contrariamente ad alcune altre affezioni dermatologiche feline, il PF non sembra mostrare una chiara predisposizione legata all’età, alla razza o al sesso dei gatti colpiti. Questa assenza di un evidente fattore predisponente rende la malattia potenzialmente rilevante per tutti i gatti, indipendentemente dalle loro caratteristiche individuali.

Per illustrare questo punto, è utile fare riferimento ai due studi retrospettivi più importanti realizzati finora sul PF felino. Il primo, che ha esaminato 57 casi di gatti affetti da PF, ha rivelato un’ampia fascia di età di insorgenza della malattia, da meno di un anno a 17 anni, con un’età mediana di 5 anni. Questi risultati sono stati corroborati da uno studio più recente su 49 gatti, che ha riportato età di insorgenza simili, che vanno da 5 mesi a 15 anni, con un’età mediana leggermente più alta di 6 anni.

Questa ampia distribuzione dell’età sottolinea l’importanza per i veterinari di considerare il PF come una potenziale diagnosi differenziale nei gatti di tutte le età che presentano segni clinici compatibili. Inoltre, l’assenza di predisposizione razziale o sessuale significa che tutti i gatti, indipendentemente dalla loro razza o sesso, devono essere considerati suscettibili di sviluppare questa malattia.

Eziologia

L’eziologia del PF nei gatti rimane in gran parte enigmatica. Nella maggior parte dei casi, la causa sottostante non è stata determinata con certezza. Tuttavia, osservazioni cliniche e studi di casi hanno sollevato la possibilità che alcuni casi di PF felino possano essere indotti da farmaci. Questa ipotesi ha aperto un nuovo campo di indagine nella comprensione della malattia.

Il meccanismo attraverso il quale i farmaci potrebbero indurre il PF è complesso. Si ritiene che alcuni farmaci possano innescare direttamente l’attivazione di enzimi proteolitici nella pelle. Questi enzimi, una volta attivati, attaccherebbero i desmosomi, le strutture responsabili dell’adesione tra i cheratinociti. Questo attacco porterebbe all’acantolisi, il processo patologico caratteristico del PF.

Tra i farmaci sospettati, il metimazolo ha ricevuto particolare attenzione. Diversi casi di PF felino sarebbero stati attribuiti all’uso di questo farmaco, comunemente prescritto per trattare l’ipertiroidismo nei gatti. È particolarmente interessante notare che l’aspetto istopatologico delle lesioni indotte dal metimazolo è indistinguibile da quello osservato nei casi di PF non indotti da farmaci. Questa somiglianza sottolinea la complessità della diagnosi e la necessità di un’approfondita anamnesi farmacologica nei gatti con sospetto PF.

Altri farmaci sono stati anche implicati in possibili casi di PF indotto. Tra questi, troviamo la cimetidina, un antagonista dei recettori H2 utilizzato per trattare le ulcere gastriche, l’ampicillina, un antibiotico ad ampio spettro, l’itraconazolo, un antimicotico, e l’ipodato, un agente di contrasto radiologico. Sebbene queste associazioni siano state riportate, è importante notare che il legame causale non è stato definitivamente stabilito in tutti i casi.

La possibilità di un’induzione farmacologica del PF sottolinea l’importanza di un’anamnesi dettagliata durante la valutazione di un gatto che presenta segni clinici compatibili con il PF. I veterinari devono essere particolarmente attenti a qualsiasi cambiamento recente nella medicazione del gatto, inclusa l’introduzione di nuovi farmaci o modifiche del dosaggio.

Caratteristiche cliniche

Lesioni primarie e secondarie

Il quadro clinico del PF felino è caratterizzato da un’evoluzione progressiva delle lesioni cutanee. La lesione più precoce del PF felino può essere una macula eritematosa, sebbene questa fase iniziale sia raramente osservata nella pratica clinica. Infatti, la progressione della malattia è spesso rapida, e i proprietari di solito notano i sintomi solo quando la malattia ha già raggiunto uno stadio più avanzato.

La fase pustolosa, che segue rapidamente la fase maculare, è più caratteristica e più facilmente identificabile. Le pustole del PF felino presentano caratteristiche distintive che le differenziano da quelle osservate in altre affezioni cutanee, come la follicolite batterica. Contrariamente alle pustole batteriche che sono generalmente centrate su un singolo follicolo pilifero, le pustole del PF si estendono su più follicoli piliferi. Questa differenza è cruciale per la diagnosi differenziale.

Tuttavia, è importante notare che queste pustole sono estremamente fragili e transitorie. La loro natura effimera significa che si rompono rapidamente, evolvendo verso la formazione di croste. Queste croste, tipicamente di colore miele, sono secche e possono essere irregolari e confluenti. Costituiscono spesso la lesione più evidente durante l’esame clinico.

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Lesioni crostose facciali

Sotto queste croste, lo stato della pelle può variare. In alcuni casi, si può trovare una pelle intatta, sebbene alopecica e squamosa. Tuttavia, è più frequente osservare erosioni sotto le croste. Queste erosioni sono il risultato della rottura delle pustole e della perdita degli strati superficiali dell’epidermide.

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A volte può essere presente prurito

Distribuzione delle lesioni

La distribuzione delle lesioni nel PF felino segue uno schema relativamente prevedibile, sebbene possano esserci variazioni individuali. I due studi retrospettivi più ampi condotti fino ad oggi hanno permesso di identificare le aree più frequentemente colpite.

Il padiglione auricolare è spesso la prima zona affetta e la più costantemente coinvolta. Le lesioni sulle orecchie possono essere particolarmente evidenti e sono spesso ciò che attira l’attenzione dei proprietari in primo luogo.

Anche il resto della testa e del viso è frequentemente colpito. Ciò include l’area periorbitale, il naso e il muso, così come il mento. Queste localizzazioni possono avere un impatto significativo sull’aspetto del gatto e sul suo benessere, poiché possono interferire con funzioni importanti come la vista e l’alimentazione.

Le zampe sono un’altra area comunemente affetta. Le lesioni possono svilupparsi su tutte le parti delle zampe, inclusi i cuscinetti plantari e la regione interdigitale. In alcuni casi, il coinvolgimento delle zampe può essere sufficientemente grave da causare zoppia.

Il tronco, sia dorsale che ventrale, è generalmente meno frequentemente coinvolto rispetto alle zone menzionate in precedenza. Tuttavia, è importante notare che i risultati degli studi differiscono leggermente su questo punto. Uno studio ha riportato che il tronco era affetto circa due volte meno frequentemente delle zampe, mentre un altro ha riscontrato un coinvolgimento più frequente del tronco. Questa variabilità sottolinea l’importanza di un esame clinico completo, poiché le lesioni possono apparire in aree inaspettate.

Un punto particolare da notare è il coinvolgimento periareolare, osservato in circa un quarto dei casi. Questa localizzazione può essere facilmente trascurata se l’esame non è accurato, da cui l’importanza di un’ispezione completa di tutta la superficie corporea del gatto.

Un aspetto cruciale della distribuzione delle lesioni nel PF felino è la loro natura bilateralmente simmetrica. Questa simmetria è una caratteristica distintiva della malattia e può aiutare a differenziarla da altre affezioni cutanee. Tutti gli studi concordano su questo punto, sottolineandone l’importanza diagnostica.

Segni sistemici

Sebbene il PF sia principalmente una malattia cutanea, può essere accompagnato da segni sistemici in alcuni pazienti. Questi segni possono variare in intensità e frequenza, ma la loro presenza può avere un impatto significativo sul benessere generale del gatto e sulla gestione della malattia.

Il prurito è uno dei segni più comunemente osservati. La sua intensità può variare da lieve a moderata. Nei due studi retrospettivi più ampi, il prurito era presente nel 66% all’80% dei gatti affetti da PF. Questo prurito non solo può essere scomodo per il gatto, ma può anche portare a lesioni secondarie dovute a grattarsi e leccarsi eccessivamente.

La letargia è un altro segno frequentemente segnalato. I gatti affetti possono sembrare meno attivi, meno interessati al loro ambiente o passare più tempo a dormire del solito. Questa stanchezza può essere dovuta al disagio causato dalle lesioni cutanee o essere un segno di un’infiammazione sistemica.

La febbre è anche osservata in alcuni pazienti. Può essere intermittente o persistente e spesso riflette lo stato infiammatorio generale associato alla malattia. La presenza di febbre può richiedere una gestione aggiuntiva e può influenzare la scelta del trattamento.

Meno frequentemente, alcuni gatti possono presentare anoressia e perdita di peso. Questi segni possono essere particolarmente preoccupanti perché possono portare a un rapido deterioramento delle condizioni generali del gatto. L’anoressia può essere dovuta al disagio generale, al dolore associato alle lesioni orali se presenti, o a un effetto collaterale dei farmaci utilizzati per trattare la malattia.

Una linfoadenopatia è stata anche segnalata in alcuni casi. L’aumento delle dimensioni dei linfonodi può essere localizzato, corrispondente alle aree cutanee più colpite, o generalizzato, riflettendo una risposta immunitaria sistemica.

Nei casi in cui gli artigli e i cuscinetti sono gravemente colpiti, può essere osservata una zoppia. Questa zoppia può variare in intensità e può interessare una o più zampe. Può essere dovuta al dolore associato alle lesioni o all’infiammazione dei tessuti circostanti.

È importante notare che la presenza e l’intensità di questi segni sistemici possono variare considerevolmente da un paziente all’altro. Alcuni gatti possono presentare solo segni cutanei, mentre altri possono mostrare una combinazione di segni cutanei e sistemici. Questa variabilità sottolinea l’importanza di una valutazione clinica completa e di un monitoraggio regolare dei pazienti affetti da PF.

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Ricerche correlate

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